sabato 22 novembre 2014

Il blu è un colore caldo


Il blu è un colore caldo
Julie  Maroh
Rizzoli – Lizard, 16 €
 
Ho scoperto questo graphic-novel tramite il film omonimo che ho visto al cineforum diversi mesi fa; quello che le due opere raccontano è il percorso di crescita, nell’arco di circa quindici anni, di una giovane ragazza francese che scopre, in maniera sofferta, la propria identità sessuale e si innamora ricambiata di una donna poco più grande di lei.
Viene affrontato tutto il contorno sociale e famigliare di questa relazione: il rapporto (molto conflittuale) con i genitori e le amicizie adolescenziali, fino all’impegno politico in concomitanza con la vincita di Sarkozy alle elezioni del 2007.
Al di là di un tipo di disegno piuttosto grossolano, che sinceramente non credo sia il punto forte di tutto il fumetto, e di certi intrecci della trama un po’ troppo facili e sbrigativi (e altri veramente TROPPO tragici...), la storia mi ha molto colpito e appassionato. Trovo che chiunque si possa immedesimare nelle difficoltà di crescita di un’adolescente, tutti ci siamo passati, indifferentemente dalle tendenze sessuali.
Interessante notare le modifiche apportate alla trama dal regista del film: sullo schermo il discorso è molto più ampio e arriva a far capire in maniera ancora più efficace cosa voglia dire vivere in una società che ghettizza i “diversi” e che ne condiziona, a loro discapito, i comportamenti.
Vi consiglio il graphic-novel, ma ancora di più il film, di cui spero venga fatto un seguito.

domenica 16 novembre 2014

Se questo è un uomo



Se questo è un uomo
Primo Levi
Einaudi, 10.50 €
 
Nemmeno a scuola avevo letto questo classico, per fortuna, dico ora, altrimenti non avrei colto la profondità delle analisi di Primo Levi. La sua esperienza come internato nel campo di Auschwitz è raccontata con tanta lucidità e sofferenza, che ne ho trovato la lettura molto angosciante.
Non è la prima testimonianza sull’argomento che leggo, ma questa è stata davvero difficile assimilarla, per il forte impatto emotivo che mi ha dato, ed è stata un’esperienza importantissima che mi ha fatto scoprire nuove sfaccettature su cos’era la vita in un lager. In particolare il perché non c’era aggregazione e aiuto reciproco fra gli internati: Primo Levi racconta infatti che gli oppressi non si univano tra loro né per resistere né per sopportare insieme la prigionia, perché farlo avrebbe comportato la fine della sopravvivenza. Si viveva quindi soli.
Ecco, questo è un libro che DEVE essere letto, possibilmente per propria iniziativa e non come lettura “imposta” dalla scuola, altrimenti prevarrebbe il dovere di fare un riassunto, un commento, ecc...

venerdì 8 agosto 2014

Ragazze di campagna | La ragazza dagli occhi verdi


Ragazze di campagna (ed. Feltrinelli, € 7.23)
La ragazza dagli occhi verdi (ed. E/O, € 4.90)
Edna O’Brien
 
Rilettura in previsione di iniziare “Ragazze nella felicità coniugale”, capitolo conclusivo di questa trilogia.
 
Entrambi questi libri sono stati scritti da Edna O’Brien, irlandese cresciuta in una famiglia segnata da un padre alcolizzato e manesco, una madre bigotta e in un ambiente, quello rurale dell’Irlanda degli anni ’30-’40, restrittivo e cupo.
Questa atmosfera oppressiva è ben descritta nel suo primo romanzo, basato ampiamente (come anche i successivi) sulle esperienze e sugli episodi della sua vita.
Le due ragazze protagoniste, Caithleen e Baba, hanno 14 anni quando la storia comincia agli anizi degli anni ‘50 e, attraverso gli occhi di Caithleen, seguiamo il loro passaggio dall’infanzia all’adolescenza.
Nel secondo volume le ragazze si sono fatte donne, hanno conquistato la loro indipendenza in città a Dublino, ma l’ambiente di provenienza (campagnolo e retrogrado) le perseguita...
Infatti le due ragazze vivono in un clima pieno di difficoltà, pregiudizi e violenza – è la società patriarcale cattolica e irlandese degli anni ’50 – e anche in città le complicazioni restano: le ragazze seguono già gli albori del femminismo e della libertà sessuale, ma si trovano ostacolate dal proprio retaggio culturale che inconsciamente le trattiene dall’abbandonarsi completamente, e che le condiziona anche nel portare avanti delle relazioni sentimentali concrete. Caithleen ne è l’esempio: sceglie solo partner già legati ad altre donne e troppo maturi per godersi la spensieratezza di un rapporto di coppia con una ventenne come lei.
Quindi nonostante i libri siano pieni di episodi bizzarri, che fanno ridere a denti stretti, e nonostante le due ragazze tentino positivamente di prendere in mano la loro vita e lasciarsi alle spalle le bruttezze quotidiane, di affermarsi, di rischiare tutto e di vivere come meglio credono, nonostante tutto questo quadro generale molto promettente non posso dire di aver apprezzato queste due (ri)letture a distanza di 13 anni.
Sarà che all’epoca avevo più o meno l’età delle protagoniste e ne rimasi entusiasta, ma ora devo dire che sono due libretti leggeri con scarsa indagine psicologica, che in alcuni punti cadono in momenti di cupezza esagerata e diventano deprimenti.
Sono a metà strada tra i romanzi di formazione dell’Ottocento (saturi di denuncia sociale, di crisi esistenziali, di peripezie, ecc.) e.... i romanzetti rosa. Un connubio trashissimo!
Detto ciò, non mi spiego l’enorme battage pubblicitario che questa trilogia si è vista fare più o meno un anno fa, con conseguente pubblicazione (con squillo di trombe) in italiano dell’ultimo volume, mai tradotto fino al 2014.
Beh, vedremo come si conclude la storia, forse la chiave sta tutta lì.

mercoledì 6 agosto 2014

Più botte che risposte

 
Più botte che risposte
Brunella Gasperini
Baldini & Castoldi, € 8.99
 
Brunella Gasperini un po’ la amo e un po’ la odio. Non tutti i suoi libri mi sono piaciuti ma non metto in dubbio la grande capacità che ha avuto di raccontare la fase critica della adolescenza, soprattutto perché raccontata in tanti suoi libri scritti e ambientati a cavallo tra gli anni ’50 e ’60, un periodo difficile e ricco di cambiamenti sociali per tutti (genitori compresi).
Brunella, oltre che essere scrittrice, è stata anche giornalista e per 25 anni dispensatrice di consigli per i lettori e le lettrici che scrivevano di dubbi e perplessità alla rivista “Annabella”.
Questo volume, pubblicato per la prima volta nel 1981, raccoglie moltissime lettere che Brunella ricevette e a cui rispose sulle pagine della rivista tra il 1954 e il 1979.
Coprendo un periodo di circa ventanni si ha bene un excursus di quelle che furono le rivoluzioni sociali, sessuali, intellettuali e lo “sgretolamento” delle gerarchie famigliari che toccarono l’uomo e la donna in quegli anni.
Interessantissime poi le risposte di Brunella di fronte a domande, che per me diventata adulta negli anni 2000, sono assurde, ridicole e a tratti agghiaccianti: per l’ignoranza che ne salta fuori e la mancanza di stima personale, giudizio e senso pratico che le donne (non) avevano in quegli anni.
Vi consiglio questa lettura, se siete interessate a scoprire come le donne casalinghe/di bassa estrazione sociale/non militanti affrontavano l’arrivo del femminismo, in contrapposizione alle altre che già cercavano con consapevolezza l’indipendenza dall’uomo ma incappavano comunque in errori e cercavano aiuto in Brunella. Che rispondeva sempre con tatto e disponibilità, ma anche con tanta sottile ironia.

lunedì 28 luglio 2014

Io ti guardo


Io ti guardo
Irene Cao
Rizzoli, 5 € [sì, CINQUE! io l’ho preso in biblioteca, quando per curiosità ho guardato il prezzo sono rimasta sorpresa]
 
Quando c’è stato il boom della saga di “Cinquanta sfumature, ecc..” ne ho rimandato la lettura a tempi futuri, ma quando ho trovato per caso il primo volume della serie erotica made in Italy in risposta a quella inglese, mi sono lasciata tentare subito.
E’ la storia di Elena, restauratrice ventinovenne che abita a Venezia, e della relazione piccante (mado’... che termine) che intraprende con un aitante chef, che veste di lino anche a novembre, dalle tendenze sadomaso.
La loro relazione è puramente sessuale, i sentimenti non sono coinvolti e i quattro/cinque (non mi ricordo) appuntamenti tra i due si basano esclusivamente su giochi erotici che toccano varie sfere, dal gusto al tatto, dalla vista all’abbandono sfrenato. In tutte è lui a comandare.
Praticamente quello che a grandi linee capita ad Elizabeth nel film “Nove settimane e ½”. Niente di nuovo.
La caratterizzazione dei personaggi è praticamente assente, le scelte di Elena che la portano ad avvicinarsi a Leonardo non sono analizzate. Così come non sono approfondite le dinamiche psicologiche che si instaurano tra i due; capisco che la loro relazione esclude l’innamoramento ma ci sarà pur qualcosa che li tiene uniti a livello emotivo a parte la frase, ripetuta 300 volte da lei, “Mi attrae in un modo che non so spiegarmi”...?
Poi ogni loro incontro casca inesorabilmente nei clichè dei romanzi/film erotici (quindi il ménage à trois ovviamente non può mancare).
Una cosa mi ha lasciata perplessa: in questo libro non si usa nessun tipo di contraccettivo. E loro trombano felicemente senza pensare né alle malattie veneree, né all’AIDS, né ad eventuali gravidanze. BAH!
Comunque ha il vantaggio di essere un libro molto scorrevole e stampato su pagine spesse come cartone, quindi se volete portarvelo in vacanza come tappa buchi ve lo consiglio.
La serie prosegue con altri due volumi, ma a questo punto io mi butto sulle “Cinquanta sfumature di grigio”!

venerdì 25 luglio 2014

Amore


Amore
Isabel Allende
Feltrinelli [regalo di Natale]
 
La mia indifferenza verso i libri della Allende ha toccato il picco massimo dopo aver letto “Ritratto in seppia” circa quattro anni fa, cioè quando ormai avevo letto un buon 50% della produzione letteraria della Allende ed ero riuscita a capire che come scrittrice ormai non faceva più per me.
A Natale però mi è arrivato proprio un libro della Allende. Questa è una raccolta dei brani più significativi in merito ad amore, sesso e sentimenti, estrapolati dalla sua bibliografia.
Nonostante la Allende stessa precisi a fine volume che “gli editori tedeschi che hanno avuto l’idea del libro l’hanno assicurata che le scene scelte, tutte insieme, NON correvano il rischio di sembrare tutte simili”, devo confermare però che tutto si è invece avverato...
Una raccolta utile per chi non ha MAI letto in vita sua la Allende e vuole avere un excursus veloce sul suo modo di scrivere/sui soggetti/ecc... ma per chi come me si è già letta abbastanza di suo, un libro così confezionato rischia di essere ripetitivo e privo di fascino - diversi brani letti fuori dal contesto narrativo infatti non hanno nulla di attraente.

mercoledì 23 luglio 2014

Favole al telefono


Favole al telefono
Gianni Rodari
Einaudi, 11.50 €
 
Partendo da un papà sempre lontano per lavoro, che telefona ogni sera a casa alla sua bambina per raccontarle la favola della buonanotte, ecco ricavato il “pretesto” per raccogliere tutte le fiabe che, dal 1962!, sono diventate un classico della letteratura per bambini.
A loro vantaggio queste storie hanno la brevità, poi sono divertenti, bizzarre, e hanno sempre una morale di fondo che fa capire al bambino che le legge (ma anche all’adulto) come comportarsi BENE.
Alcune fiabe, verso la conclusione del volume, le ho trovate un po’ cupe... sono quelle che hanno chiaramente un’ispirazione più realistica, di attualità, come “Il muratore della Valtellina” e “Case e palazzi”; mentre il resto della raccolta resta complessivamente su un tono fantasioso, di ribaltamento del quotidiano.
Le favole che ho preferito sono state quelle con protagonisti Giovannino Perdigiorno e Alice Cascherina, e starò dicendo una cosa ovvia tant’è che tantissimi bambini “di ieri” sono legati proprio a queste due figure simpaticcissime!
E’ stato bello scoprire questo capolavoro da adulta, tra i miei libri di bambina Gianni Rodari non c’è (cosa stranissima!!), ma mi sono ricordata – e non c’entra nulla con questa recensione - che la mamma e il papà ci concedevano ogni tanto, a me e a mia sorella, di ascoltare le fiabe della buonanotte del 1664 della Sip. ;)
"Favole al telefono” ve lo straconsiglio, anche come regalo di lettura per bambini dai 5/6 anni in sù. Io a Natale lo regalerò sicuramente ai miei nipotini che hanno già l’età giusta, non deve proprio mancare nella biblioteca di chiunque!

mercoledì 16 luglio 2014

L'amore dura tre anni

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L’amore dura tre anni
Frédéric Beigbeder
Feltrinelli, 7 €
 
Marc Maronnier racconta della fine del suo matrimonio e attraverso una serie di aforismi spiega perché ogni relazione è destinata ad avere una data di scadenza: tre anni, non di più, e la morte dei sentimenti è assicurata.
E’ un libro che non mi ha lasciato nulla. L’ho trovato persino fastidioso, è un continuo ripetersi di frasi ad effetto a commento di una vita - quella di Marc nonché alterego dell’autore – che in realtà è focalizzata su mondanità e cazzeggio, quindi come si pretende che una relazione SERIA riesca, con un contorno del genere, a durare più di tre anni?
Non ho trovato nessuna frase in riferimento ad affetto e rispetto reciproco nella coppia. A quanto pare per il protagonista/autore una relazione sentimentale non prevede nulla di tutto ciò. E allora hai voglia a dire che l’amore non dura più di tre anni...

giovedì 3 luglio 2014

The professor

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The professor
Charlotte Brontë
Penguin Classics [trovato al Libraccio a € 1.78!!]
 
“Jane Eyre” di Charlotte Brontë è stato, insieme a “Storia di Ada” di Carlo Cassola, il romanzo che ha segnato le mie prime appassionanti letture “da grande” (13 anni...). Ora avevo voglia di leggere qualcos’altro della Brontë e nella mia mastodontica TBRL c’era lui, “The professor”, acquistato nel 2001 (mamma miaaaaa).
E’ la storia di William Crismworth che dall’Inghilterrra, per sfuggire a degli zii che gli prospettano in eredità una vita già preimpostata e tediosissima, e per sfuggire poi dopo una breve parentesi dall’azienda del fratello in cui è costretto a mansione di impiegato-traduttore-francese-tedesco, finisce a Bruxelles a fare... l’insegnante madrelingua di inglese (!!) mah così, perché non sapeva cosa fare.
Come insegnante è un fenomeno e trova subito un secondo impiego in una scuola femminile, in contemporanea col primo in un istituto maschile.
Da qui parte il racconto vero e proprio, che vedrà Crismworth innamorarsi e... interrompo il quadro generale dell’opera, altrimenti svelerei troppi dettagli.
Il romanzo si fa leggere davvero bene, non mi aspettavo che in lingua originale la Brontë fosse così facile leggerla! Purtroppo la storia e il protagonista non sono il massimo, e ho notato un continuo insistere sulle differenze fisiche e intellettuali tra gli inglesi e gli abitanti del “continente” (Francia, Belgio, ecc...), a discapito ovviamente di questi ultimi che risultano un poco ottusi, assai cessi e pure rozzi. Si sa che il patriottismo inglese spadroneggia sempre sopra ogni cosa...!
Quindi William Crismworth è simpaticissimo, sì sì come no, e l’ho trovato odioso anche per la libertà che egli ha, come uomo, nella società rispetto alle donne che  incontra. In quanto a “libertà” mi riferisco a quella di prevaricazione sull’essere femminilie: egli si sente già superiore a priori per via delle differenze culturali con gli abitanti belgi, ma vede poi la donna come oggetto su cui sfogare il suo maschilismo.
Già un protagonista così antipatico fa calare di molto il mio giudizio, se aggiungo poi la prevedibilità di un happy-end, allora il romanzo è quasi da bocciare.
Resta comunque una lettura facile e veloce, aiutata anche dalle numerose note in fondo al volume (soprattutto a spiegazione dei tanti riferimenti biblici usati nel corso della narrazione).
Non mi resta che riprendere “Jane Eyre” in mano per la quarta volta, sono passati ormai dieci anni e una nuova rilettura forse mi aiuterà a capire che il successo di un volume probabilmente dipende esclusivamente dal punto di vista, quello femminile – essendo Charlotte Brontë donna e non uomo – forse si addice di più!

mercoledì 18 giugno 2014

Il mio noviziato


Il mio noviziato
Colette
Adelphi, 8 €
 
Ho scoperto Colette ai tempi dell’università, ho letto diversi suoi romanzi, ma resto sempre legata alla serie di Claudine. Approfittando dell’iniziativa “Il maggio dei libri” ho acquistato, tra i tanti, finalmente anche questo breve romanzo autobiografico (datato 1936) che racconta la prima esperienza coniugale della scrittrice.
Sì breve romanzo, ma che fatica però leggerlo! E’ arzigogolato, a volte criptico – Colette rivela i retroscena dei suoi 12 anni di matrimonio (1893-1905) con lo scrittore Willy, ma è evidente che ne risente ancora un poco della sua tirannia, seppure lui sia morto già da cinque anni e da 30 vivano separati.
Dal racconto esce a sorpresa una Colette giovanissima che non aveva però nulla della personalità indipendente che, di conseguenza, si capisce assumerà solo dopo la separazione da Willy. In queste pagine è una mogliettina inesperta, impaurita dalla grande metropoli parigina in cui si ritrova a vivere (lei abituata alla campagna e alla vita bucolica) con un marito già infedele e amante della vita bohème.
Il despota Willy subdolamente la controlla, anche grazie ai 14 anni di differenza d’età, e lei finisce per sentirsi a suo agio solo tra le mura domestiche in compagnia della gatta e del cane... e ad assecondare il marito diventando un’altra dei suoi “schiavi”, che scrivevano al posto suo i romanzi e gli articoli che lo rendevano così tanto conosciuto e considerato nell’ambiente dei letterati.
Col tempo Willy introduce anche Colette nella Parigi mondana e lei comincia ad intraprendere, seppur con paura, una vita più autonoma e si appassiona alla recitazione.
E dopo aver massacrato a dovere la figura dell’ex-marito, Colette si congeda dal racconto proprio nel momento in cui avviene lo scarto che porta lei e Willy a separarsi.
“Il mio noviziato” è un’interessante lettura, seppur con qualche pesantezza di stile (e mia difficoltà nella lettura) dipinge un periodo della storia affascinante -  la Belle Èpoque – e soprattutto vi si trova messa a nudo una parte della vita di Colette. Ed è proprio l’aspetto “voyeuristico” che mi è piaciuto di più di tutto il romanzo e che ha soddisfatto tante mie curiosità.

martedì 10 giugno 2014

In cerca di Goodbar

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In cerca di Goodbar
Judith Rossner
libro fuori catalogo 

Negli anni ’70 una giovane insegnante, che ha trovato il riscatto sociale diventando economicamente indipendente e impegnandosi nel lavoro, nasconde una doppia vita: di notte frequenta bar (tra cui il “Goodbar” del titolo, che come termine in lingua inglese indica anche l’organo maschile...) in cui si possono incontrare partner con cui divertirsi per una notte.
Il libro, narrato in prima persona, segue i tormenti psicologici di una donna emancipata ma sola, che nonostante le apparenze non riesce a trovare il suo posto nel mondo – ad esempio per via di un’infanzia cattolica repressiva in continuo conflitto con le libertà sessuali post Sessantotto.
Siccome sono arrivata a leggerlo dopo aver visto il film omonimo con protagonista Diane Keaton, sono stata influenzata da un’interpretazione cinematografica molto coinvolgente - nonostante l’argomento tristissimo e l’angoscia di certe scene cupe, desolanti - che dipinge un personaggio femminile molto tormentato per cui ho provato tanta empatia.
Il libro invece mi è risultato prolisso, noioso......
Curiosità: il libro è basato su una storia vera, quella dell’insegnante Roseann Quinn, che viveva sola col suo gatto in un monolocale di New York, e che la Keaton ha interpretato egregiamente nel film di Richard Brooks.
In conclusione, guardatevi il film!

sabato 7 giugno 2014

Wool. La storia di Jules

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Wool. La storia di Jules
Hugh Howey
Fabbri, 14.90 €
 
Letto per caso (l’ho trovato a casa di mia sorella!), scopro che ha avuto un successo “planetario”, ma... per cosa?? A mio parere solo per l’idea di base: è un romanzo post-apocalittico, che narra di come l’uomo si sia ingegnato per sopravvivere all’aria letale che pervade la terra. All’interno del racconto c’è anche l’inserimento di un filone thriller/investigativo che permette di conoscere meglio le psicologie dei protagonisti, ma che rende tutto il romanzo di una prolissità abominevole (ho saltato un sacco di pagine per arrivare alla fine).
Nel complesso, oltre l’idea di base molto intrigante, c’è solo lentezza, anche un po’ di prevedibilità, e diversi spunti narrativi copiati da film e libri di fantascienza del passato (ad esempio “THX 1138”).
Ci sono altri due libri e un film in arrivo... nonostante la noia, ammetto che ho una certa idea di leggermi il secondo capitolo (che è in realtà un prequel, e spiega perché la terra sia finita per morire).

lunedì 26 maggio 2014

Fausto e Anna


Fausto e Anna
Carlo Cassola
Mondadori, 8.40 €
 
Scritto nel 1949 e, dopo varie vicissitudini, pubblicato nel 1952 è la cronaca dell’amore che sboccia tra Fausto e Anna, due giovani della media borghesia toscana negli anni precedenti alla Seconda Guerra Mondiale.
Diviso nettamente in due parti, ho trovato molto interessante la prima, che vede appunto Anna e Fausto conoscersi, frequentarsi e innamorarsi; sono pagine molto delicate, anche se tristi perché dopo un paio di capitoli si intuisce già che il loro amore sarà tormentatissimo: Anna psicologicamente matura e consapevole dei suoi sentimenti, cozza inevitabilmente con la codardia e l’infantilismo di Fausto.
La seconda parte purtoppo si perde nel racconto noiosissimo dell’esperienza di Fausto con la Resistenza durante la guerra, di questa parte ho trovato però con sorpresa un’accesa critica nei confronti dei partigiani; vengono messi in luce infatti i comportamenti errati e l’abuso di potere in cui caddero anche loro durante la guerra.
Il finale chiude il cerchio e tira le somme di una relazione difficile, in cui entrambi i protagonisti si arrendono all’evidenza della sconfitta.
Il romanzo non mi è piaciuto totalmente, la seconda parte la salterei per la sua lentezza e per colpa di un personaggio come Fausto che non sia fa amare dal lettore; mentre le pagine che vedono protagonista Anna e le analisi delle sue riflessioni meritano davvero una lettura.
E’ l’opera prima di Cassola e purtroppo è evidente...

giovedì 22 maggio 2014

La famosa invasione degli orsi in Sicilia

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La famosa invasione degli orsi in Sicilia
Dino Buzzati
Mondadori, 9 €
 
Quanti ricordi questo libro! Io e i miei compagni lo leggemmo a scuola in prima media, per tutto l’anno scolastico, un pomeriggio a settimana, e tra una lettura e l’altra avevamo anche delle domande e degli esercizi a cui rispondere.
E’ una fiaba pubblicata nel 1945 (pensate a quanti anni sono passati!) dove in una Sicilia di secoli fa gli orsi riuscirono a convivere con gli uomini, e da questa scelta (o meglio vittoria) la storia mette in evidenza gli aspetti negativi e positivi che ne derivarono.
Il prof di italiano era siciliano, quindi di parte e totalmente preso dal libro di Buzzati... ma da questa rilettura ho notato che l’ambientazione non è così prevalente nella narrazione, perché si potrebbe parlare di qualsiasi zona geografica e inserirci la storia; tanto l’importante è leggere fra le righe un’analisi della condizione umana, della nostra realtà, con i vizi e le virtù che gli orsi finiscono col prendere dagli uomini.
E’ un libro per bambini, corredato dai bei disegni originali dell’autore (la mia vecchia edizione era in bianco e nero, che bello vedere invece le tavole qui colorate!), ci sono filastrocche, ci sono mostri, fantasmi, c’è il Gatto Mammone, ma anche noi grandi ne possiamo ricavare interessanti riflessioni. In fondo qui sono racchiusi gran parte dei temi che Dino Buzzati ha inserito nei suoi romanzi per adulti: la morte, la solitudine, l'arrivismo... stemperati da tanta ironia.

giovedì 15 maggio 2014

Primo romanzo

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Primo romanzo
Mazarine Pingeot
Rizzoli, 12.90 €
 
Agathe e Victor hanno poco più di ventanni, fanno coppia fissa, vivono senza problemi (economici) in una multietnica Parigi, ansiosi di amarsi, divertirsi, in cerca di nuovi stimoli culturali ed intellettuali; e li trovano entrambi studiando alla Sorbona e uscendo ogni sera con gli amici al caffè di quartiere, discutendo di politica, libri, sentimenti, ecc.
Tutto questo è vissuto con spensieratezza dai due protagonisti, e la voce narrante analizza a turno i loro pensieri e le reazioni psicologiche che hanno anche verso una certa “necessità” che li porta tutti e due ad essere attratti sessualmente anche da altre persone. Ma un improvviso coinvolgimento di Victor per una donna più matura diventa fin troppo invasivo nella relazione con Agathe e...
In conclusione, il racconto non è che un narrare la vita dei ventenni parigini della buona società: pochi problemi, tanto cazzeggio.
L'ennesimo libro depennato dalla mia decennale TBRL, talmente vecchia che mi chiedo il perché mi fossi segnata un libro del genere... e non me lo ricordo! 
 
5/10

lunedì 31 marzo 2014

La pioggia nera

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La pioggia nera

Ibuse Masuji
Marsilio, 19 €
 
L’avevo tenuto per tanto tempo nella libreria, questo libro, senza avere il coraggio di iniziarlo perché tutti i commenti che ne avevo letto lo descrivevano come atroce e crudo. E io all’epoca non volevo affrontarlo... trovato il momento giusto, scopro in realtà che il romanzo - che ripercorre la vita di Shigematsu, sua moglie e la loro nipote Yasuko negli attimi e nei mesi appena successivi allo scoppio della bomba atomica su Hiroshima il 6 agosto del 1945 – si concentra soprattutto, dopo una prima parte introduttiva, su com’era l’organizzazione della vita quotidiana (impensabile per me instituire di nuovo un assetto di normalità ma i giapponesi ci riescono, eccome!) e sui i soccorsi ai sopravvissuti.

Non c’è spazio per momenti di commozione, solo freddezza anche nel raccontare di aspetti difficilissimi di quei giorni, come la vista improvvisa di corpi mutilati, bruciati o in fin di vita...

Ma proprio per il distacco con cui è condotta la narrazione, la cosa che mi ha impressionato tantissimo è stata leggere, con il solito tono controllato, tutta la prima parte del racconto in cui, da vari punti di vista e varie testimonianze, viene descritta l’enorme nube nera che sovrastava la città subito dopo lo scoppio della bomba... terrificante...
Mi è stata poi molto d’aiuto, per entrare in “sintonia” con lo stile narrativo e l’intento morale dell’autore, leggere l’introduzione al romanzo. Solitamente leggo sempre dopo le introduzioni – spiegano sempre troppo! – ma in questo caso è doveroso leggere le due sezioni in sequenza, per capire meglio il perché di certe scelte narrative, ecc...
Vi consiglio la lettura di questo libro, magari proprio nei giorni antecedenti al 6 agosto. Sarà un modo per commemorare le 166.000 vittime di Hiroshima.

 
8/10

venerdì 28 febbraio 2014

Venivamo tutte per mare

 
Venivamo tutte per mare
Julie Otsuka
Bollati Boringhieri, 13 €
 
Costruito basandosi su vere testimonianze, il romanzo di Julie Otsuka racconta di una realtà poco conosciuta: quella delle tantissime donne e ragazze giapponesi che nel 1800 e per buona parte del ‘900 venivano date in moglie, spesso dalle famiglie d’origine, a connazionali residenti in America in cerca di una compagna con cui costruire una famiglia.
La curiosità del romanzo è che non ha un unico punto di vista, ma è un romanzo corale dove tutte le donne parlano e interagiscono con il lettore identificandosi con il pronome “noi”; sono un’unica entità che attraverso brevi capitoli racconta delle disgrazie, le difficoltà, le felicità e le soddisfazioni di una vita trascorsa in una civiltà diversissima dalla loro.
Oltre a raccontare degli sforzi, spesso inutili, per loro di integrarsi con gli occidentali, le donne raccontano della vita coniugale, del lavoro e della crescita dei figli in America.
Questo romanzo, nonostante il contesto storico lontanissimo dalla mia vita, alla fine analizza argomenti universali in cui qualsiasi donna si può immedesimare: la maternità, la crescita dei figli, il rapporto tra sesso e sentimenti, il legame con il compagno che si è scelte per la vita, l’influenza del lavoro sulla vita quotidiana e sui rapporti famigliari.
E’ stata una lettura toccante e poetica, ve la consiglio!
 
8/10

venerdì 21 febbraio 2014

Per chi suona la campana


Per chi suona la campana
Ernest Hemingway
Biblioteca Economica Newton, edizione fuori catalogo
 
Robert è un americano che ha deciso di militare con i partigiani contro il governo di Franco, e sui monti spagnoli incontra lei, reduce da brutte esperienze di prigionia. E’ subito amore (dopo 2 ore finiscono a letto), ma lui ha un obiettivo da raggiungere: abbattere un ponte che è controllato dall’esercito franchista; quindi per decidere con il gruppo di partigiani come e quando far saltare il ponte inizia una sequela di flussi di coscienza (del protagonista) e discorsi collettivi sulla politica, la vita e il futuro di tutti loro che sono di una pallosità abominevole.
Spesso tutto il gruppo finisce per litigare e le discussioni prendono una piega dal tono gangster, tipo Robert De Niro in “Taxi Driver” (“Stai parlando con me???”); per via di tutti questi discorsi nel romanzo non ci sono descrizioni, ma solo una tiritera di dialoghi, e quelli sentimentali tra Robert e la ragazza trovano il loro culmine erotico nella parola “coniglietto”... coniglietto???
Sinceramente da Hemingway (che non avevo mai letto) mi aspettavo una prosa molto più fluente e l’erotismo, di cui ho letto tanti commenti, in cui dicevano che era sempre presente nei suoi libri, se si riduce a epiteti alquanto stupidi, beh... allora lo trovo un autore sopravvalutato sotto molti aspetti.
Poi non ha certo aiutato la traduzione datata anni ‘40 della Newton and Compton, famoso editore ecnomico, economico in tutto...
 
5/10

mercoledì 5 febbraio 2014

Gomorra [letture estive 3/3]


Gomorra
Roberto Saviano
Mondadori, 10.50 €
 
Qualche settimana fa ho finito di leggere il terzo libro che mi ero portata in vacanza. L’avevo iniziato effettivamente lì, ma non essendo proprio una lettura “da spiaggia” avevo preferito dedicarmi alle altre due letture e lasciare questo per il rientro a casa. Avendolo però trovato un testo un po’ pesante ho impiegato un sacco di tempo per finirlo; di cosa tratta “Gomorra” non serve spiegarlo, ormai è stato pubblicato otto anni fa ed è stato oggetto di infiniti commenti e critiche. L’hanno eletto capolavoro della letteratura italiana, un’indagine sociologica fenomenale, ma come stile di scrittura a mio parere è molto fiacco, cosa che mi ha fatto procedere leeen-ta-meeen-teeeee nella lettura. Per i contenuti del testo, non c’è da giudicare. Sono rivelazioni che, avendo fondamento sugli atti processuali e sulle indagini giudiziarie, è impossibile prendere per non vere.
Mi aspettavo molto di più, perché in televisione Saviano lo trovo sempre molto accattivante, ti tiene incollato allo schermo, tant’è che su suo consiglio a “Vieni via con me” (trasmissione che aveva condotto con Fabio Fazio sulla Rai nel 2010) avevo comprato “Arcipelago Gulag” di Solženicyn (poi che non l’abbia ancora letto è un altro discorso). Quindi non mi riesco a spiegare perché Saviano sia un bravissimo oratore, molto incisivo, ma sulla carta risulti essere così PESANTE...
  
6½/10 (per lo stile)

mercoledì 8 gennaio 2014

Hopper

 
Hopper. 1882-1967. Visione della realtà
Ivo Kranzfelder
Taschen, 9.99 €
 
Trovato alla Fnac di Via Torino a Milano per meno di 10 €; il volume risulta essere di ottima fattura per l’apparato iconografico, mentre per i commenti e le analisi alle opere è a volte un po’ ripetitivo e quindi noioso. Ma in fondo l’ho acquistato solo per avere riprodotte su carta la maggior parte dei quadri di Hopper e potermeli guardare e riguardare.
Mi piacciono molto, nonostante siano dei dipinti molto cupi che immortalano scene di vita quotidiana di coppia, oppure di lavoratori, o ancora di gente che si sposta in città nei mezzi pubblici, e in cui nessuno dei soggetti mostra di relazionarsi con l’altro, in una solitudine e alienazione tristissima. Eppure li trovo belli e mi incuriosisce l’aspetto voyeuristico che finiscono per avere questi quadri: diversi di loro sono spezzoni di vita ripresi dall’esterno di case private, nel buio della sera, o di primo mattino.
La curiosità: ho ritrovato nel dipinto “La casa sulla ferrovia”, la casa in cui finiscono ad abitare i protagonisti del film “I giorni del cielo” di Terrence Malick!
 
 
 
9/10